Per un moderno Umanesimo Neuroscientifico e Laico

Nuove sinapsi per il nuovo millennio

 

 

Neuroni, i nostri vascelli vagabondi
(tecnica mista . F. Sticchi)

 

 

La nostra piccola fondazione si propone lo scopo di essere un centro per l’Arte e le Neuroscienze e un luogo di incontro e di dialogo interculturale per le giovani generazioni, per costituire un laboratorio di sperimentazione e di ibridazione di nuovi linguaggi espressivi artistici, soprattutto della creatività salentina.

Si propone inoltre di veicolare un’educazione estetica attraverso l’arte in un nuovo rapporto ARTE-CERVELLO che stimoli l’interesse per la conoscenza del funzionamento della mente umana e della sua dinamica relazione con il corpo e l’ambiente, sviluppando il tema del perché il cervello umano è stimolato dall'arte; sapendo che l’arte è una delle possibilità che abbiamo di rompere l’isolamento e il conformismo.

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Percezione e bellezza

 

 

 

 

 

 

Camere di registrazione di Raffaele QUIDA

 

 

 

 

camere di registrazione

Percezione e bellezza

Le opere di Raffaele Quida,  attraverso i materiali usati e soprattutto l’uso di gesti distintivi e bipolari, indagano l’immagine nei diversi tempi e soprattutto presentano una  purezza stilistica e concettuale.

Questo sguardo mi ha fatto subito pensare alla PERCEZIONE,  cioè al fatto che noi umani siamo essenzialmente visivi, ma che è il nostro cervello a ricostruire il mondo che vediamo, in quanto la nostra percezione si basa sulla conoscenza e sulle esperienze passate, che possono cambiare l’interpretazione percettiva che deriva dai sensi.

 

E in questo senso che vedo le opere di Raffaele Quida, opere in cui lo spettatore ha solo degli indizi, dei punti di sostegno minimali ai quali deve aggrapparsi per costruire la realtà, stimolando appunto la conoscenza presente  nelle sue reti neurali. E questo lo vediamo nell’opera “ Maddalena penitente”, composta da una lastra di marmo bianco di Carrara posizionata a 90 centimetri da terra a rappresentare la sua reale dimensione e una targhetta con inciso il titolo dell’opera, sono gli unici  indizi in assenza di immagine, ma che deve stimolare l’osservatore a colmare tale assenza con le sue conoscenze ed esperienze passate; pur lasciandolo nell’incertezza.

 

E come dice il neuroscienziato  londinese Beau LOTTO: “il cervello si  è evoluto per risolvere l’INCERTEZZA”, insita nel mondo in perenne cambiamento e ricco di differenze e contrasti, e infatti questa predisposizione innata a risolvere l’incertezza ci porta alla CONFORMITA’, cioè il cervello cerca sicurezza, quasi a non voler cambiare il suo paesaggio, come vediamo nelle opere dal titolo “Frame”. Qui una continua evoluzione dell’immagine del paesaggio che si ricollega al modus operandi del regista russo Tarkovskij  lascia lo spettatore, proprio come nei film di Tarkovskij,  di fronte a repentini cambi d’inquadratura, a continue modifiche della realtà e dello spazio circostante.

Però il cervello cercando sicurezza e conformità, perde in libertà che è alla base dell’innovazione;  quindi dobbiamo imparare a “DEVIARE”, cioè come dice il significato etimologico della parola, NON PRENDERE LA STRADA PRESTABILITA, cambiare rotta, anche se ciò richiede fatica e perseveranza nel districarci fra i tentativi e gli errori del caos innovativo.

E come insegna Beau LOTTO nel suo libro “PERCEZIONI come guardare differentemente” , dobbiamo liberarci dei nostri “pregiudizi di conferma  e dei nostri “assunti automatici” che sono come l’aria che respiriamo, invisibili, e che il nostro cervello elabora e conserva perché aspira alla certezza. Solo liberandoci dagli assunti  possiamo “CAMBIARE IL PASSATO DEL NOSTRO FUTURO” e rendere visibile l’invisibile.

E le opere di QUIDA ci portano proprio su questo confine, a darci solo piccoli segni quasi invisibili per percepire il mondo, lasciandoci nell’incertezza e nel dubbio e disorientati nello spazio e nel tempo per farci comprendere il divenire della nostra esistenza, la nostra presenza ed assenza nel fluire del tempo e le tracce che ne rimangono.

Ed è proprio questo che fa attivare il cervello a porsi delle domande, a chiedersi il perché, in quanto il valore dell’innovazione e della creatività sta nel porsi la domanda giusta e solo questo ci rivela chi siamo e ci crea.

 

 

 

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